Alcune considerazioni a proposito della scelta dei diodi per ROSMETRI (parte 2a)

Verifica del funzionamento del circuito di compensazione diodo

Per questa verifica ho montato il circuito che compensa la non linearità dei diodi ed ho eseguito alcune misure nel campo compreso tra 100mV ed 1 V (efficaci).

Il risultato ha confermato quanto dichiarato da citato articolo (Tandem Match ) anche se non ho eseguito alcuna selezione dei diodi usati. Ho eseguito la misura partendo dalla minima di 100 mV che corrispondono, nel caso di N=31 ad una potenza di 96 mW per arrivare a circa 19,22 W alla tensione di √ 2 V. Ho usato i diodi BAT 43 sia nel circuito del raddrizzamento che nel circuito compensated detector.

Il circuito usato non è sensibile al valore della resistenza di carico del diodo posto nel circuito di compensazione. Con questa soluzione la tensione di uscita da questo circuito rappresenta il valore di picco della tensione misurata e l’errore max è del 13 % alla tensione minima di 100mV per scendere all’1 % con 600 mV ed oltre.

Nel disegno è illustrato il circuito completo di misura.

diodiswr

Per alimentare l’integrato ho usato, per semplificare il montaggio, una sola tensione di 20 V divisa per 2 tramite due resistenze di 330 Ω. Alimentando l’operazionale con tensioni simmetriche si semplifica il circuito di compensazione che non richiede un bilanciamento con un trimmer come illustrato dal citato articolo dell’ARRL.

Ora abbiamo tutti gli elementi per realizzare un buon misuratore di potenza. Partendo dalla relazione

(1) P=I2xR si ricava I=√(P/R)

Se per la misura della corrente usiamo un trasformatore (Nucleo in ferrite ) con rapporto di spire primario secondario di 1/N, la corrente secondaria sarà uguale alla primaria moltiplicata per tale rapporto e cioe

(2) Isec=1/Nx√(P/R)

e se terminiamo il secondario del trasformatore su una resistenza R (che poniamo uguale a quella del carico fittizio ) si avrà che moltiplicando la Isec per tale resistenza avremo la tensione eff presente ai capi di essa

(3) Vsec=Rx1/Nx√(P/R)

Ma se per la misura di questa Vsec usiamo raddrizzare la tensione e leggere il valore di questa con il circuito di cui sopra ( Vare di cresta ) avremo

(4) Vdcp=√2xVsec

Sostituendo nella (4) il valore della (3) si ha

(5) Vdc=√2x Rx1/Nx√(P/R) =√(PxN2/100)

Elevando tutto al quadrato possiamo scrivere la relazione tra P e la tensione letta in dc

(6) P= (VdcxN)2/100

Questa formula è quindi valida in generale e possiamo usarla per valutare con precisione la potenza dei nostri TX purché il carico fittizio abbia il valore di 50 ohm e non abbia componenti reattive che possano provocare potenza riflessa.

Il problema che in pratica si presenta però, per chi lavora in SSB è quello della lettura del valore di Vdc che varia con il segnale audio e pertanto il prossimo studio sarà orientato alla realizzazione di un circuito che possa misurare facilmente la tensione di picco.

[…continua…]

I0apn

 

 

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